Terapie farmacologiche

Il ruolo fondamentale dello psichiatra è quello di comprendere se e in che condizioni la terapia farmacologica sia di supporto al percorso psicoterapico.

Percorsi Psicoterapici con approccio sistemico intersoggettivo

L’approccio sistemico supporta e consolida i risultati ottenuti dalla terapia farmacologica, se non ne hai mai sentito parlare puoi trovare alcune informazioni qui:

Le attività che svolgo per i professionisti

Perizie di valutazione del danno psichico

  • Perizia psichiatrica CTP
  • Valutazione psicodiagnostica
  • Trattamento affettivo del minore

Corsi formativi

  • Formazione per medici specialisti in psichiatria
  • Corsi di preparazione all’abilitazione alla professione forense

Ricerca e pubblicazioni

Da sempre impegnato nella ricerca su questo sito potrai trovare un compendio di alcune pubblicazioni, per la raccolta completa o per ricevere la rivista specialistica “Nostos” contattamiD

Articoli e Pubblicazioni

Qui troverai una piccola raccolta delle pubblicazioni. Per informazioni riguardo la lista completa delle pubblicazioni contattami.

A circa un anno dai primi casi di infezione da Covid-19 possiamo iniziare a descrivere le differenti manifestazioni patologiche riguardanti la sfera psichica. Le componenti biologiche si intersecano con le componenti emotive creando dei percorsi di malattia che sono specifici di ogni individuo. Distinguiamo le manifestazioni in base al periodo di insorgenza in tre gruppi: prodotte dalla situazione emotiva che stiamo vivendo, prodotte dalla sviluppo della malattia e dal periodo di ospedalizzazione, problematiche post-covid. Nel primo periodo i quadri clinici più frequenti con i quali dobbiamo confrontarci, e che frequentemente complicano la relazione con il MMG per la costante richiesta di rassicurazioni e di screening di controllo,sono manifestazioni cliniche caratterizzate da: intensi stati d’ ansia , disturbo da attacchi di panico, ideazione ossessiva legate alla paura dell’ infezione e a comportamenti coattivi della ritualità ossessivo-compulsiva. L’ ideazione centrata sulla paura del contagio e i disturbi da attacchi di panico possono condurre il soggetto a presentarsi nei PS in preda a stati di insufficienza respiratoria con la paura di aver contratto l’ infezione. In queste situazioni, prettamente psichiche, la diagnosi differenziale è determinata dal livello di saturazione del sangue che risulta nella norma, l’ iperventilazione prodotta dallo stato d’ ansia non è determinata da una compromissione degli scambi gassosi a livello degli alveoli polmonari. Le manifestazioni fobiche di paura del contagio e ossessive compulsive si esprimono con rituali di lavaggi e disinfezione e paura di aver contratto l’ infezione con conseguenti richieste di tamponi screnning in assenza di alcun aspetto sintomatologico significativo. Queste manifestazioni dei quadri ansiosi spesso creano un clima di tensione e angoscia nel contesto famigliare , già provato dalle difficili contingenze di vita,con conseguente rifiuto del famigliare con le sue manifestazioni ansiose il quale, a sua volta, sentendosi rifiutato , diviene sempre più ansioso e angosciato. Il tutto alimenta un circuito di ansia e di successivi rifiuti che peggiora la vita di tutti i componenti. Venendo alle manifestazioni psichiche dei soggetti che hanno sviluppato l’ infezione c’è un interessante studio su 402 soggetti dell’ ISS S. Raffaele di Milano che ha indagato la presenza di patologie psichiche secondarie all’ esperienza dell’ infezione da Covid-19. Lo studio ha preso in considerazione 402 soggetti 300 di essi sono stati ricoverati. Il 56% era positivo per almeno un disturbo, 31% disturbo depressivo, il 28% disturbo post-traumatico, il 42% stato ansioso, il 20% elementi del disturbo ossessivo-compulsivo. Nelle situazioni post –covid troviamo più frequentemente manifestazioni del quadro depressivo è noto che i processi infiammatori dell’ organismo aumentano il rischio di evoluzioni depressive dell’ apparato psichico. Possiamo quindi ipotizzare che la presenza di elevate componenti depressive nei percorsi di riabilitazione post infettivi sia un correlato con un substrato biologico infiammatorio determinato dalla malattia. Ci sono poi le componenti depressive prodotte dalla scomparsa di famigliari cari deceduti, all’ aumento del rischio di suicidi indotti dalla perdita dell’ attività lavorativa, dalla povertà economica che stà colpendo molte fasce sociali. Un attenzione andrebbe prestata all’ aumentata conflittualità nelle relazioni di coppia ( per questo aspetto si rimanda ad un articolo “ L’ amore ai tempi del Covid-19” pubblicato sul sito web “ Nostos psicoterapia”) con un notevole aumento degli episodi di litigio e violenza che richiedono degli appositi spazi di trattamento. Gli strumenti di intervento sono numerosi e dovranno affrontare gli aspetti individuali e multifattoriali.

Gli spetti biologici andranno affrontati con interventi farmacologici
questo vale sia per le manifestazioni d’ ansia in particolar modo per gli attacchi di panico che si giovano in tempi rapidi della somministrazione di antidepressivi serotoninergici che degli interventi farmacologici per l’ ideazione coattiva ossessivo compulsiva. Lo stesso dicasi per le alterazioni dell’ umore come reliquato di processi infiammatori che hanno costruito il substrato biologico per l’ insorgenza della sintomatologia della sindrome depressiva. La sindrome depressiva non si concretizza sintomatologicamente nella sola deflessione del tono dell’umore ma, pur nascendo di elementi biologici, la complessità dei suoi quadri clinici si esprime anche con componenti psicologiche come: astenia, abulia, l’ impossibilità di essere aiutati “ helplessness” e impossibilità che le cose cambieranno “ hopelessness” che alimentano gli stati di disperazione e di incapacità nell’ attivazione delle risorse per affrontare il ritorno ad una vita quotidiana soddisfacente. Entrambi questi pensieri sono spesso responsabili delle ideazione suicidaria, complicata da elementi reattivi quali tracollo economico, perdita del lavoro, crisi nelle relazioni affettive . Questa è una delle principali preoccupazioni nel periodo post-covid.


L’ aiuto psicologico rappresenta l’ altro strumento importante degli interventi.
Può essere orientato in varie forme e con differenti obiettivi sia come forma di sostegno individuale in situazioni di stati d’ ansia, di problematiche sociali e lavorative . Nelle situazioni di lutto per scomparsa di un famigliare sono consigliati interventi famigliari tesi a narrare la storia passata della famiglia e al ricordo della persona scomparsa. La possibilità di parlare di chi è scomparso è la migliore soluzione per una adeguata elaborazione del lutto. Per le coppia in crisi la consulenza di “coppia” ( un intervento fornito da un esperto in questo settore, una semplice consulenza con dei generici consigli che può avere anche effetti peggiorativi) rappresenta l’ intervento di elezione. Ne casi in cui l’ intervento viene condotto con perizia integrato con delle tecniche non verbali l’ intervento può avere una capacità rigenerativa, la crisi può essere utilizzare per lo sviluppo di nuovi legami relazionali e una possibilità di comprensione migliore nei confronti di sé e del partner. L’ importanza di questi interventi è sia temporanea tesa ad alleviare la sofferenza attuale che preventiva tesa ad interrompere le evoluzioni peggiorative dei processi psicopatologici i quali, per quanto riguarda le componenti psichiche possono evolvere anc he in forme di deterioramento mentale e di scadimento sociale. ABSTRACT L’ articolo propone una rapida panoramica in merito alle manifestazioni psicopatologiche che possono essere scatenate dall’ attuale situazione di coronavirus. In esso le differenti manifestazioni vengono suddivise in tre gruppi in relazione ai processi e ai tempi nei quali manifestano in relazione all’ infezione da covid-19. Nella seconda parte vengono prospettate le modalità di approccio terapeutico integrate cioè farmacologiche e psicologiche partendo dall’ idea che una integrazione negli interventi ha una probabilità di successo molto maggiore rispetto ad un singolo intervento.
19-01-2021
L’articolo parte dall’ analisi delle attuali stili di relazione nella coppia fra presenza e assenza del partner nella relazione. Questa che viene definita la ” danza della coppia” è specifica e caratteristica di ogni coppia e definisce gli spazi dell’ identità individuale e relazionale. L’ attuale situazione sanitaria con le sue limitazioni interagisce con gli stili della “danza di coppia” e ha un effetto sull’ immagine di ognuno dei due partner, sulla loro relazione con effetti talvolta negativi.L’ autore propone di affrontare l’ attuale situazione nel contesto specifico degli incontri di consulenza della coppia anche con l’ utilizzo di tecniche non verbali nate da anni di lavoro psicologico con le coppie.

di Moreno Marcucci

 
Ogni coppia ha i suoi tempi per stare uniti e per essere divisi.
Voglio dire che è raro nella nostra organizzazione sociale che i componenti di una coppia sentimentale trascorrano tutta una giornata insieme. Magari può accadere in alcune situazioni particolari come ad es. durante una vacanza durante la quale trascorrere delle giornate sempre insieme ma poi, con il ritorno alla routine quotidiana i due componenti della coppia tornano a definire il tempo da trascorrere insieme in base ai propri impegni e alla necessità di avere dei propri spazi. Si crea quindi una continua danza fra la presenza e l’assenza dell’ altro spesso attenuata dal sapere che gli apparecchi elettronici a nostra disposizione ci consentono di raggiungerlo/a in qualsiasi momento. In questa danza della presenza e non-presenza io sperimento me stesso da solo senza l’ altro per poi passare all’ esperienza di me stesso con l’ altro. Naturalmente in coppia sono diverso, non sono identico a quando sono da solo. In questo andirivieni lo spazio dell’incontro diventa un momento importante, immaginato durante la giornata immaginato ancora prima che realizzato. Si realizza come me lo aspettavo oppure è una delusione, o ancora l’ altro è preso ancora dalle sue cose della giornata e non si accorge della mia presenza cioè sa che ci sono, mi saluto magari è anche affettuoso però percepisco che la sua mente è altrove. L’ incontro è anche lo spazio della riconferma del legame. In questa danza del lasciarsi e riprendersi, dello stare lontani e ricomporsi nella coppia c’è sempre una costante riconferma del nostro legame della scelta di stare insieme che si rinnova quotidianamente nell’ incontro. L’ esperienza del’ incontro è quindi riconferma del legame di attaccamento ma non è detto che nell’ incontro si produca quell’ intimità che si crea nel momento dell’ intersoggettività cioè, l’ esperienza nella quale mi sono connesso e in sintonia con l’altro/a.


L’ esperienza del lockdown ha modificato questa danza della coppia.
Per un certo periodo di tempo si è costretti a stare insieme per tutta la giornata e molte coppie sono entrate in crisi. Questa nuova dimensione della coppia altera completamente quelli che erano i rituali dell’ esserci e del non esserci , del percepirsi soli o in relazione. *Psicoterapeuta Relazionale e Sistemico della Coppia e della Famiglia Medico Psichiatra. Fondatore del centro di Psicoterapia Sistemico Nostos di Senigallia. Didatta formatore in Psicoterapia . Terapeuta sessuale sistemico. Mediatore dei conflitti famigliari e Didatta formatore. Docente di Psicopatologia Scuola psicoanalitica IPAEA di Ascoli Piceno. Le regole della coppia vengono completamente alterate dalla realtà esterna possono condurre a situazioni di disagio e di conflittualità con il partner. Posso ipotizzare che nelle coppie nelle quali ognuno è disposto ad accettare le parti dell’ altro come identità saranno le coppie che soffriranno di meno del dover rimanere insieme tutto il tempo perche il passaggio fra la mia identità a la mia identità nella coppia si avvicinano molto, viceversa nelle situazioni nelle quali la scelta del partner è una scelta formale ( vedi Cigoli Scabini: ” Il famigliare” ) o il legame di interesse ( Andolfi, De Bernart et al) l’ esperienza di dissociazione delle due identità è molto ampia, la discontinuità fra una e l’ altra presenta uno iato difficilmente colmabile. Un altro elemento che la quotidiana presenza può mettere allo scoperto è l’ uso della seduzione nella relazione. I comportamenti di seduzione sono universali, ognuno di noi cerca, almeno all’ inizio della relazione , di mostrare le sue parti migliori per cercare di conquistare la persona desiderata. Talvolta però possiamo scoprire che dietro la seduzione non esiste un reale interesse nei nostri confronti. Se siamo ancora in tempo, e anche se vogliamo, perché, talvolta la seduzione che l’altro esercita ci fa piacere e ci fa sentire importante , possiamo affrontare il problema. Quando ci accorgiamo che l’ altro non è realmente interessato a noi o che la seduzione è l’ unico strumento che riesce a mettere nella relazione potrebbero essere troppo tardi. Decidiamo di andare avanti tanto è sempre possibile trovare delle soluzioni per riuscire a convivere. Lo stare insieme tutti i giorni mette a nudo questa realtà turba gli equilibri che avevamo creato , ci lascia senza quegli strumenti che avevamo congegnato per continuare a credere di avere una buona relazione, forse ci credevamo realmente o almeno non ci ponevamo tante pericolose domande e riflessioni che avrebbero potuto sollevare il velo su quel poco che era rimasto della relazione. Le statistiche ci dicono che in questo periodo c’è stato un aumento delle conflittualità e della violenza intrafamigliare. Abitualmente la colpa viene attribuita agli uomini perché è sempre molto più semplice denunciare la violenza fisica rispetto a quella psicologica. Credo che la violenza non sia da attribuire a l’ uno o all’ altra nasce nella relazione e in essa si alimenta. In questo periodo di costante convivenza le insofferenze, le idiosincrasie aumentano in maniera esponenziale creando il terreno per gli episodi di violenza. Il lockdown ci costringere a confrontarci con la relazione di coppia nella sua interezza, non possiamo più ricorrere agli artifizi del quotidiano con i quali ingannavamo noi stessi e l’ altro, siamo insieme 24 su 24 non ci sono impegni quotidiani dietro i quali nascondersi.


Ma, forse, “non tutti i mali vengono per nuocere”.
  Il lockdown non fa altro che porre in evidenza delle difficoltà che sono già presenti nella coppia, non le crea, funziona da detonatore che innesca la bomba facendola esplodere. Viene da domandarsi se ci sono gli artificieri oppure tutto esploderà lasciando macerie e parti da riattaccare per continuare ad andare avanti. Un aiuto può venire , sempre prima che sia troppo tardi dagli psicoterapeuti di coppia. Consultati danno consigli sui percorsi da seguire, su le possibili soluzioni per affrontare le tematiche e produrre processi trasformativi che riescano ad impedire l’ esplosione con le conseguenze deflagrative che si rifletteranno sui figli se ci sono,, sulle famiglie di origine che sicuramente ci sono, nei rapporti con gli amici, aspetti economici etc. Gli strumenti a disposizione per gli interventi di coppia , sono strumenti spesso non verbali, perché utilizzando quelli verbali continuiamo a narrare sempre gli stessi episodi e le stesse situazioni nelle quali ognuno racconta la propria verità spesso già narrata altre mille volte. Alcuni degli strumenti dell’ approccio non verbale sviluppati negli anni di lavoro con le coppie sono : le sculture , la tecnica del collage di coppia, il genogramma fotografico di coppia, per nominarne alcuni. Guardando al futuro è probabile che con il tempo riusciremo a debellare l’ infezione da COVID-19 e ad essere finalmente liberi dal lockdown per poi decidere se tornare ai nostri artifizi di coppia o cercare di migliorare la nostra vita creando una relazione affettiva nella quale la relazione/presenza dell’ altro/a può diventare una risorsa.
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